LA "MIA" PAROLA DI SPERANZA DEL GIORNO

«Non è qui. E' risorto!»
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martedì 16 novembre 2010

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Tu sei enormemente magnifica e io ti voglio bene!



Così scrive una tredicenne nel suo diario personale:

"Il mio papà dice che sono enormemente magnifica. Io mi chiedo se lo sono davvero.
Per essere enormemente magnifica... 
Sara dice che bisogna avere bellissimi, lunghi capelli ricci come i suoi. Io non li ho.
Per essere enormemente magnifica... 
Gianni dice che bisogna avere denti bianchi e perfettamente dritti come i suoi. Io non li ho.
Per essere enormemente magnifica... 
Jessica dice che non devi avere quelle piccole macchie marroni sulla faccia che si chiamano lentiggini. Io le ho.
Per essere enormemente magnifica... 
Marco dice che bisogna essere la più intelligente della classe. Io non lo sono.
Per essere enormemente magnifica... 
Stefano dice che bisogna saper dire le battute più buffe della scuola. Io non lo so fare.
Per essere enormemente magnifica... 
Laura dice che bisogna vivere nel quartiere più carino della città e nella casa più graziosa. Io non lo faccio.
Per essere enormemente magnifica... 
Mattia dice che bisogna indossare solo i vestiti più carini e le scarpe più alla moda. Io non le indosso.
Per essere enormemente magnifica... 
Samantha dice che bisogna provenire da una famiglia perfetta. Non è il mio caso.

Ma ogni sera, quand'è ora di dormire, papà mi abbraccia forte e dice: 
«Tu sei enormemente magnifica e io ti voglio bene!» 
Papà deve sapere qualcosa che i miei amici non sanno..."

Anche Dio, in ogni istante, ti abbraccia forte e dice:
"Tu sei enormemente magnifica/o 
e io ti voglio bene!"...
Dio deve sapere qualcosa di te 
che gli altri non sanno...

mercoledì 9 giugno 2010

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Lettera di un Padre



"Figlio mio,
quando ti sei svegliato questa mattina ti ho osservato ed ho sperato che tu mi rivolgessi la parola, anche solo poche parole, chiedendo la mia opinione, ringraziandomi per qualcosa di buono che era accaduto ieri...
Però ho notato che eri molto occupato a cercare il vestito giusto da metterti per andare a lavorare. Ho continuato ad aspettare ancora mentre correvi per la casa per vestirti e sistemarti e io sapevo che avresti avuto del tempo, anche solo qualche minuto e dirmi "ciao"...
...Però eri troppo occupato...
Per questo ho acceso per te il cielo, l'ho riempito di colori e di dolci canti di uccelli per vedere se così mi ascoltavi, però nemmeno di questo ti sei reso conto. Ti ho osservato mentre ti dirigevi al lavoro e ti ho aspettato pazientemente tutto il giorno. Con tutte le cose che avevi da fare, suppongo che tu sia stato troppo occupato per dirmi qualcosa.
Al tuo rientro ho visto la tua stanchezza e ho pensato di farti bagnare un po' perché l'acqua si portasse via il tuo stress. Pensavo di farti un piacere perché così tu avresti pensato un po' a me, ma ti sei infuriato ed hai offeso il mio nome; io desideravo tanto che tu mi parlassi, c'era ancora tanto tempo...
Dopo hai acceso il televisore, io ho aspettato pazientemente, mentre guardavi la tv, hai cenato e ti sei dimenticato ancora di parlare con me... non mi hai rivolto il minimo pensiero...
Ho notato che eri stanco e ho compreso il tuo desiderio di silenzio e così ho oscurato lo splendore del cielo, ho acceso una candela, in verità era bellissimo ma tu non eri interessato a vederlo...
Al momento di dormire credo che tu fossi distrutto, così dopo aver dato la "Buonanotte" alla famiglia sei caduto sul letto e quasi immediatamente ti sei addormentato...
Ho accompagnato il tuo sonno con una musica, ma non importa perché forse non ti rendi nemmeno conto che io sono sempre lì per te... Ho più pazienza di quanto non immagini...
Mi piacerebbe pure insegnarti ad avere pazienza con gli altri, Ti amo tanto che aspetto tutti i giorni una tua preghiera...
Il paesaggio che faccio è solo per te!!!
Bene, ti stai svegliando e ancora una volta io sono qui che aspetto senza niente altro che il mio Amore per te, sperando che almeno oggi tu possa dedicarmi un po' del tuo tempo...
Buona Giornata figliolo!
Tuo Papà... Dio"

sabato 17 aprile 2010

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Tu Gli interessi!

Dio ti ama.


Gli interessi
personalmente,
continuamente,
appassionatamente,
prova la tua gioia in te.
Gli sei necessario,
il tuo cuore lo rallegra,
la tua indifferenza lo stupisce,
la tua amarezza lo strazia.
Vuole con te una relazione continua.
Se non credi a questo, se non ti senti sollevato
da questa certezza significa che non hai capito che

Dio è Padre.


(Louis Evely)

giovedì 8 aprile 2010

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Preghiera di abbandono



Padre, mi abbandono a Te,
fa’ di me ciò che ti piace.
Qualsiasi cosa tu faccia di me, ti ringrazio.
Sono pronto a tutto, accetto tutto,
purché la tua volontà si compia in me,
e in tutte le creature:
non desidero nient’altro, mio Dio.
Rimetto l’anima mia nelle tue mani,
te la dono, mio Dio, con tutto l’amore del mio cuore,
perché ti amo.
È per me un’esigenza di amore il donarmi a te,
affidarmi alle tue mani, senza misura,
con infinita fiducia, perché Tu sei mio Padre.




(Charles de Foucauld)

martedì 23 marzo 2010

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Travolti!


La misericordia di Dio
è come un torrente tracimato...

...trascina i cuori al suo passaggio.

(Curato d’Ars)

venerdì 19 marzo 2010

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Quando il buon Dio decise di creare il padre...


Quando il buon Dio decise di creare il padre, co­minciò con una struttura piuttosto alta e robusta.

Allora un'angelo che era lì vicino gli chiese: «Ma che razza di padre è questo? Se i bambini li farai alti come un soldo di cacio, perché hai fatto il padre così grande? Non potrà giocare con le biglie senza met­tersi in ginocchio, rimboccare le coperte al suo bam­bino senza chinarsi e nemmeno baciarlo senza quasi piegarsi in due!».

Dio sorrise e rispose: «E vero, ma se lo faccio piccolo come un bambino, i bambini non avranno nes­suno su cui alzare lo sguardo».

Quando poi fece le mani del padre, Dio le mo­dellò abbastanza grandi e muscolose.

L'angelo scosse la testa e disse: «Ma... mani co­sì grandi non possono aprire e chiudere spille da ba­lia, abbottonare e sbottonare bottoncini e nemmeno legare treccine o togliere una scheggia da un dito».

Dio sorrise e disse: «Lo so, ma sono abbastanza grandi per contenere tutto quello che c'è nelle tasche di un bambino e abbastanza piccole per poter strin­gere nel palmo il suo visetto».

Dio stava creando i due più grossi piedi che si fos­sero mai visti, quando l'angelo sbottò: «Non è giu­sto. Credi davvero che queste due barcacce riusci­rebbero a saltar fuori dal letto la mattina presto quando il bebè piange? O a passare fra un nugolo di bambini che giocano, senza schiacciarne per lo meno due?».

Dio sorrise e rispose: «Stà tranquillo, andranno benissimo. Vedrai: serviranno a tenere in bilico un bambino che vuol giocare a cavalluccio o a scaccia­re i topi nella casa di campagna oppure a sfoggiare scarpe che non andrebbero bene a nessun altro».

Dio lavorò tutta la notte, dando al padre poche parole ma una voce ferma e autorevole; occhi che ve­devano tutto, eppure rimanevano calmi e tolleranti. Infine, dopo essere rimasto un po' sovrappensiero, aggiunse un ultimo tocco: le lacrime. Poi si volse al­l'angelo e domandò: «E adesso sei convinto che un padre possa amare quanto una madre?».

(Erma Bombeck)

venerdì 8 gennaio 2010

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Ho fatto tutto quello che potevo fare...


Tante volte ti ho chiesto Signore:
Perché non fai niente per quelli che muoiono di fame?
Perché non fai niente per quelli che sono malati?
Perché non fai niente per quelli che non conoscono l'amore?
Perché non fai niente per quelli che subiscono le ingiustizie?
Perché non fai niente per quelli che sono vittime della guerra?
Perché non fai niente per quelli per quelli che non ti conoscono?

Io non capivo Signore.
Allora Tu mi hai detto:
Io ho fatto tanto;
Io ho fatto tutto quello che potevo fare:


Io ho creato te!

Ora capisco Signore.
Io posso sfamare chi ha fame.
Io posso visitare i malati.
Io posso amare chi non è amato.
Io posso combattere le ingiustizie.
Io posso creare la pace.
Io posso far conoscere Te.

Ora ti ascolto, Signore.
Ogni volta che incontro il dolore
Tu mi chiedi: Perché non fai niente?
Aiutami Signore,
ad essere le tue mani.

martedì 15 dicembre 2009

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L'umiltà


L’umiltà è bella
L’umiltà ti avvicina a Dio!
L’umiltà, come la verità, libera!

L’umile non conta su se stesso e sulle proprie forze (al di là di quali e quante siano), ma conta sul Padre
L’umile più che mettersi all’ultimo posto, mette al primo posto Dio!
L’umile ama se stesso e sa di essere amato dal Padre… e proprio per questo sa (e può) amare il suo prossimo perché non è occupato ad elemosinare amore dal primo che glielo offre (spesso a basso costo!).

I Santi erano sicuramente umili!

domenica 13 dicembre 2009

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La preghiera...


La preghiera è una dolce amicizia, una familiarità sorprendente (…) è un dolce colloquio di un bambino con suo Padre.

(Curato d'Ars)