La verità dell'altro non è in ciò che ti rivela,
ma in ciò che non sa rivelarti.
Perciò se vuoi capirlo,
non ascoltare ciò che dice,
ma ciò che non dice
(K. Gibran)
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lunedì 13 giugno 2011
mercoledì 23 febbraio 2011
0
C'erano una volta sei saggi, che però erano ciechi.
In città fu condotto un elefante ed essi vollero conoscerlo, perchè non ne avevano mai visto uno. Essendo ciechi decisero di conoscerlo toccandolo.
Il primo toccò l'orecchio grande e piatto e disse: "È... come un ventaglio".
Un altro toccò le zampe e disse: "È... come un albero".
Il terzo, toccando la coda, disse: "Sbagliate entrambi: è come una fune".
Il quarto toccò le zanne e disse: "Macchè, è come una lancia".
Il quinto, toccando il fianco dell'animale disse. "Ma no! È una muraglia".
L'ultimo, afferrata la proboscide, disse: "Avete tutti torto, è come un serpente".
I sei saggi ciechi si accapigliarono per un'ora gridando:
"Ventaglio! Albero! Fune! Lancia! Muraglia! Serpente!"
E non riuscirono a capire come fosse fatto un elefante!
Ciechi... e forse anche sordi!
C'erano una volta sei saggi, che però erano ciechi.
In città fu condotto un elefante ed essi vollero conoscerlo, perchè non ne avevano mai visto uno. Essendo ciechi decisero di conoscerlo toccandolo.
Il primo toccò l'orecchio grande e piatto e disse: "È... come un ventaglio".
Un altro toccò le zampe e disse: "È... come un albero".
Il terzo, toccando la coda, disse: "Sbagliate entrambi: è come una fune".
Il quarto toccò le zanne e disse: "Macchè, è come una lancia".
Il quinto, toccando il fianco dell'animale disse. "Ma no! È una muraglia".
L'ultimo, afferrata la proboscide, disse: "Avete tutti torto, è come un serpente".
I sei saggi ciechi si accapigliarono per un'ora gridando:
"Ventaglio! Albero! Fune! Lancia! Muraglia! Serpente!"
E non riuscirono a capire come fosse fatto un elefante!
giovedì 3 febbraio 2011
1
Chi fa i miracoli?
Giacomo, del trio "Aldo, Giovanni e Giacomo",
in una versione insolita...
(ma molto bella!)
mercoledì 10 novembre 2010
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mercoledì 13 ottobre 2010
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Pregare vuol dire ascoltare una voce d'amore.
Senza ascoltare diventiamo "sordi" alla voce dell'amore.
Essere completamente sordo significa essere "absurdus", sì: assurdo.
Quando non preghiamo più non ascoltiamo più la voce dell'amore che ci parla nel momento presente, la nostra vita diventa una vita assurda, in cui siamo risospinti avanti ed indietro tra passato e futuro.
Absurdus
Pregare vuol dire ascoltare una voce d'amore.
Senza ascoltare diventiamo "sordi" alla voce dell'amore.
Essere completamente sordo significa essere "absurdus", sì: assurdo.
Quando non preghiamo più non ascoltiamo più la voce dell'amore che ci parla nel momento presente, la nostra vita diventa una vita assurda, in cui siamo risospinti avanti ed indietro tra passato e futuro.
(Henri J.M. Nouwen)
martedì 5 ottobre 2010
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Solo l'eco di una voce...
Solo chi si esercita nel silenzio
ad accogliere la parola di Dio
e a custodirla
sa anche ascoltare gli altri,
i fratelli e le sorelle
nel grande chiostro del mondo.
Se abbiamo una parola,
questa deve essere eco,
voce prestata al Dio che parla.
(Enzo Bianchi)
lunedì 4 ottobre 2010
sabato 21 agosto 2010
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La mia conversione:
Dall'io al Tu!
La mia conversione:
passare dall'io al Tu.
Non più:
io so, io desidero, io voglio...
ma:
Tu sai, Tu desideri, Tu vuoi... !!!
Tu sai, Tu desideri, Tu vuoi... !!!
Parla Tu, io ascolto.
venerdì 16 luglio 2010
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Tendi l'orecchio del cuore...
Se urli,
ti sentono tutti.
Se bisbigli,
ti sente solo chi ti sta vicino.
Se stai in silenzio,
ti ascolta solo chi ti ama.
(Mahatma Gandhi)
domenica 21 marzo 2010
venerdì 26 febbraio 2010
2
Partire è innanzitutto uscire da sé.
Rompere quella crosta di egoismo che tanta di imprigionarci nel nostro "io".
Partire non è divorare chilometri, attraversare mari, volare a velocità supersoniche.
Partire è anzitutto aprirci agli altri, scoprirli, farci loro incontro. Aprirci alle idee, comprese quelle contrarie alle nostre, significa avere il fiato di un buon camminatore.
E' possibile viaggiare da soli. Ma un buon camminatore sa che
il grande viaggio è quello della vita ed esso esige dei compagni.
Beato chi si sente eternamente in viaggio e in ogni prossimo vede un compagno desiderato.
Un buon camminatore si preoccupa dei compagni scoraggiati e stanchi.
Intuisce il momento in cui cominciano a disperare. Li prende dove li trova. Li ascolta, con intelligenza e delicatezza, soprattutto con amore, ridà coraggio e gusto per il cammino.
(Helder Camara, Camminiamo la speranza)
Partire
Partire è innanzitutto uscire da sé.Rompere quella crosta di egoismo che tanta di imprigionarci nel nostro "io".
Partire non è divorare chilometri, attraversare mari, volare a velocità supersoniche.
Partire è anzitutto aprirci agli altri, scoprirli, farci loro incontro. Aprirci alle idee, comprese quelle contrarie alle nostre, significa avere il fiato di un buon camminatore.
E' possibile viaggiare da soli. Ma un buon camminatore sa che
il grande viaggio è quello della vita ed esso esige dei compagni.
Beato chi si sente eternamente in viaggio e in ogni prossimo vede un compagno desiderato.
Un buon camminatore si preoccupa dei compagni scoraggiati e stanchi.
Intuisce il momento in cui cominciano a disperare. Li prende dove li trova. Li ascolta, con intelligenza e delicatezza, soprattutto con amore, ridà coraggio e gusto per il cammino.
(Helder Camara, Camminiamo la speranza)
venerdì 19 febbraio 2010
3
Siediti ai bordi dell’aurora,
per te si leverà il sole.
Siediti ai bordi del torrente,
per te canterà l’usignolo.
Siediti ai bordi della notte,
per te scintilleranno le stelle.
Siediti ai bordi del silenzio, Dio ti parlerà.
Tu dove ti siedi?
Siediti ai bordi dell’aurora,
per te si leverà il sole.
Siediti ai bordi del torrente,
per te canterà l’usignolo.
Siediti ai bordi della notte,
per te scintilleranno le stelle.
Siediti ai bordi del silenzio, Dio ti parlerà.
venerdì 25 dicembre 2009
0
È Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
È Natale ogni volta
che rimango in silenzio
per ascoltare l’altro.
È Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
È Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
È Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.
(Madre Teresa di Calcutta)
E' NATALE!!! ...ma lo è solo oggi??
È Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
È Natale ogni volta
che rimango in silenzio
per ascoltare l’altro.
È Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
È Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
È Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.
(Madre Teresa di Calcutta)
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