Lettera ai 30enni e 40enni della Diocesi di Torino
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I salmi
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Ecco da dove arriva "Shalla-là"
Shalla-là è il nome che uso come Giullare di Dio...:o)
Eccomi qua, come promesso :D Mi ritrovo molto nelle tue parole, anche se non sono ancora trentenne.Mi ritrovo nel bisogno di "fare cose da adulti" e come adulti perndere in mano la propria vita e quella della realtà che si è chiamati a rendere viva (diocesi, movimenti, ecc...)E' sano e bello avere il coraggio di vivere appieno la propria età, senza fingersi eternamente giovani. A volte si tende a stare in eterno in realtà, gruppi, associazioni che, esplicitamente o implicitamente, propongono percorsi e servizi adatti ad adolescenti. C'è un'età in cui bisogna fare tante esperienze per arricchirsi e conoscere il "mondo", ma poi si cresce e si sente il bisogno, almeno a me succede, di una stabilità e di una radicalità diverse. Prima sei tu che scegli quel servizio e quel cammino che ti "ispirano" e magari cambi, fai tante cose diverse, poi cerchi quella realtà in cui sei chiamato a servire.Quando sei più giovane c'è qualcuno che ti propone qualcosa di già "pronto", poi cresci e sei chiamato a trasformare la tua realtà, magari a guidare altri nel cammino e nel servizio. Un adulto ha una maturità, un'esperienza, una responsabilità e una capacità di prendersi cura che un giovane non può avere, ma queste qualità non porteranno frutti se l'adulto continua a fare il ragazzino. Un esempio banale: una ragazza di 20 anni e una donna di 35 fanno servizio con le ragazza di strada la ventenne magari non avrà problemi a far tardi la notte per parlare con le ragazze, ma sarà la donna più grande a dare il proprio numero di cellulare, a venirle a prendere quando vorranno scappare, ad accompagnarle in questura. Non so quanto il mio commento sia inerente alla tua lettera, però era proprio quelloche mi usciva dal cuore.Anche se non ho ancora scritto la cosa più importante: GRAZIE!! un bacio! Dile
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2 commenti:
Eccomi qua, come promesso :D
Mi ritrovo molto nelle tue parole, anche se non sono ancora trentenne.Mi ritrovo nel bisogno di "fare cose da adulti" e come adulti perndere in mano la propria vita e quella della realtà che si è chiamati a rendere viva (diocesi, movimenti, ecc...)E' sano e bello avere il coraggio di vivere appieno la propria età, senza fingersi eternamente giovani. A volte si tende a stare in eterno in realtà, gruppi, associazioni che, esplicitamente o implicitamente, propongono percorsi e servizi adatti ad adolescenti. C'è un'età in cui bisogna fare tante esperienze per arricchirsi e conoscere il "mondo", ma poi si cresce e si sente il bisogno, almeno a me succede, di una stabilità e di una radicalità diverse. Prima sei tu che scegli quel servizio e quel cammino che ti "ispirano" e magari cambi, fai tante cose diverse, poi cerchi quella realtà in cui sei chiamato a servire.Quando sei più giovane c'è qualcuno che ti propone qualcosa di già "pronto", poi cresci e sei chiamato a trasformare la tua realtà, magari a guidare altri nel cammino e nel servizio.
Un adulto ha una maturità, un'esperienza, una responsabilità e una capacità di prendersi cura che un giovane non può avere, ma queste qualità non porteranno frutti se l'adulto continua a fare il ragazzino. Un esempio banale: una ragazza di 20 anni e una donna di 35 fanno servizio con le ragazza di strada la ventenne magari non avrà problemi a far tardi la notte per parlare con le ragazze, ma sarà la donna più grande a dare il proprio numero di cellulare, a venirle a prendere quando vorranno scappare, ad accompagnarle in questura.
Non so quanto il mio commento sia inerente alla tua lettera, però era proprio quelloche mi usciva dal cuore.Anche se non ho ancora scritto la cosa più importante: GRAZIE!!
un bacio!
Dile
Cara Dilet...
il tuo commento è inerentissimo!
E ti ringrazio di cuore!
Un abbraccio grande e spero di vederti presto!
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